Raccontare


SPAZIO ALLE STORIE CHE NON SONO STATE RACCONTATE ALTROVE. ALLE PERSONE INCONTRATE E RIMASTE SUL TACCUINO. OPPURE A QUEI PENSIERI CHE MI PASSANO PER LA TESTA VELOCI COME UNA PALLOTTOLA: SE NON LI FERMASSI, LI PERDEREI.

venerdì 19 gennaio 2018

Il senso del taccuino.

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Domani nel Senso del taccuino su Faccia da reporter: "Sospiri di quartiere". Qui di seguito il consueto estratto.

   Le piaceva quella città. Era tutto nuovo. Nessuno la conosceva e lei non conosceva nessuno. Quando usciva dal piccolo appartamento che aveva acquistato nel centro storico, un affare pazzesco non poteva fare a meno di concludere ogni volta che ci pensava, era come se cominciasse a vivere per la prima volta. E come se ogni volta ne avesse la trasparente consapevolezza. Quando mai le era successo, nella sua vecchia vita? Sentiva di essere una ragazza, nonostante i suoi anni non meritassero questa definizione, sebbene di poco. Gli anni magari no, lei invece se la meritava tutta. Aveva cominciato a contare gli uomini che la guardavano, che per strada le mettevano gli occhi addosso, alcuni erano affamati, altri invece comunicavano un tacito apprezzamento, meno aggressivo. Le piaceva che gli uomini la guardassero. Anche questo la faceva sentire viva. 

   C'era qualcosa d'altro, di insolito. Era una sensazione strepitosa: la sensazione della libertà. Quando si era davvero sentita libera, prima? Mai. Mai o quasi. Ora si sentiva libera. Avrebbe potuto decidere cosa fare, ogni giorno. Avrebbe potuto fare ogni giorno una cosa diversa. Le piaceva alzarsi la mattina presto e passeggiare nelle vie del suo quartiere. L'aria era fresca e quasi pulita, soltanto più tardi si sarebbe riempita del frastuono delle automobili e dei motorini, dell'odore del gasolio carburato male e di tante altre cose. Le donne, a quell'ora, facevano l'amore con le finestre aperte. L'aria trasportava le variazioni sonore del loro godimento. Ogni volta, ascoltandole, si immaginava che stessero partecipando a un concorso canoro trasmesso da una stazione radiofonica. Facevano a gara a quella che urlava di più e meglio. Se una emetteva una nota lunga e alta, quasi stridula, al punto che c'era da impensierirsi (per un istante soltanto), subito un'altra rispondeva con una repentina e imperiosa variazione, tendente al basso, un colpo di voce breve e concentrato. 

   Quando i preti (la casa in cui abitava apparteneva al ricco clero locale) le avevano venduto l'appartamento, l'avevano avvertita, anzi (aveva avuto questa impressione) messa in guardia: il quartiere, la mattina presto, si animava e cedeva alle tentazioni, le avevano spiegato, non tutti arrossendo, ma due dei tre presenti sì, quelli erano arrossiti. Lei aveva provato a immaginare come avrebbero reagito se avessero saputo davanti a chi avevano poc'anzi cambiato colore. Come avrebbe reagito anche quello che non era arrossito se avesse saputo chi era lei, per davvero.

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