Raccontare


SPAZIO ALLE STORIE CHE NON SONO STATE RACCONTATE ALTROVE. ALLE PERSONE INCONTRATE E RIMASTE SUL TACCUINO. OPPURE A QUEI PENSIERI CHE MI PASSANO PER LA TESTA VELOCI COME UNA PALLOTTOLA: SE NON LI FERMASSI, LI PERDEREI.

lunedì 14 agosto 2017

Quando pensi.

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Quante volte mi sono sentito, mi sento chiedere: "Cosa posso fare io per cambiare il mondo?". Rispondo: non lo so. E rispondo: basta che tu lo guardi.

Quando vai al lavoro, quando lavori, quando non hai nulla da fare, quando non vedi l'ora dell'aperitivo, non vedi l'ora di uscire con una bella ragazza o un bel ragazzo (vale anche per chi non ha più gli anni per questo sostantivo, insomma, qualcuno in più, e cosa cambia?), quando sei in coda, quando ti conti i soldi in tasca, quando pensi a quante persone hai fregato oggi, quando pensi che non hai fregato nessuno e non saresti capace di farlo mai (mai dire mai), quando pensi a quelli che ti hanno fregato, quando pensi che per soldi faresti di tutto o quasi e quando invece pensi che per soldi faresti soltanto le cose giuste da fare, quando capisci che hai fumato troppe Marlboro anche se non fumi da una vita, quando ti arrabbi e quando lasci correre, quando pensi che ti piacerebbe sapere scrivere o perlomeno parlare come si deve per mandarle a dire, quando vorresti dirle tu, direttamente, quando ti aspetta la mamma, vecchia come un ulivo, o tuo padre, vecchio come un ulivo, quando non ti aspettano più, quando pensi alla carriera, quando pensi alla politica, quando pensi a Facebook, a quello che ci scriverai questa sera, quando pensi che vuoi fare un figlio, quando pensi che tuo figlio è quello che fai nella vita, quando pensi a domani che è festa e che dio-benedica-le-feste, non sono mai abbastanza, quando pensi cosa faccio, pensi che non hai nulla da fare, quando pensi che è una vita che non fai un casso, a quello che avresti potuto fare, quando pensi a quello che farai ancora, quando un gatto nero ti attraversa la strada e pensi che comunque non attraversava: andava in giù, quando pensi alla guerra, a quelli che la fanno, quando pensi a chi la fa, alle facce che hanno, alle facce che hanno quelli che vanno a una manifestazione con il fucile e non li ferma nessuno, quando pensi che ti fermano se in macchina non ti metti la cintura, quando pensi che per andarci, lì, in quel posto, ti chiedono di tutto, di ricordarti di quello che pensavi quando eri un feto, quando ti prendono le impronte digitali, quando ti fanno una scansione della retina, quando pensi a dove andranno a finire tutte queste cose, quando pensi che il mondo è paese, oh se è paese, quando pensi a come cambiarlo anche se non cambierà mai.

Ecco: quando pensi a chi la fa la guerra, a chi butta le bombe. E perché. Quando pensi che hanno anche quelle facce. Quelle facce. Quelle che abbiamo appena visto. Quando pensi che il mondo esiste sempre da un'altra parte, mai a casa tua. Quando senti, forse, senti, che qualcosa potrebbe cambiare. Se soltanto guardassi. Lo sguardo è resistenza. 

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