Raccontare


SPAZIO ALLE STORIE CHE NON SONO STATE RACCONTATE ALTROVE. ALLE PERSONE INCONTRATE E RIMASTE SUL TACCUINO. OPPURE A QUEI PENSIERI CHE MI PASSANO PER LA TESTA VELOCI COME UNA PALLOTTOLA: SE NON LI FERMASSI, LI PERDEREI.

martedì 20 giugno 2017

Stephan Villeneuve.

(c) 2017 weast productions
Se ne è andato un altro collega, Stephan Villeneuve. Ieri era stato colpito dall'esplosione di un ordigno improvvisato nascosto da qualche parte, a Mosul, in Iraq, dove Stephan stava seguendo l'offensiva dell'esercito iracheno. 

Se ne è andato un amico, che ricordo con questa fotografia scattata a Gaza anni fa. Avevamo lavorato insieme, durante un'offensiva militare israeliana. Eravamo finiti sotto i tiri dei soldati, mentre eravamo in macchina. Ci siamo fiondati fuori insieme e, più tardi, in albergo, ne abbiamo riso. Come ridevamo di altre cose. L'avevo conosciuto per caso, all'hotel American Colony di Gerusalemme, una sera. Un ragazzo sempre di buon umore, intelligente: un grande professionista. Un reporter libero, prima ancora di essere freelance: filmava lui le immagini con cui raccontava le guerre. Questo ci aveva fatto sentire subito molto simili. 

Un dolore immenso, senza fondo. Stephan lascia la compagna e quattro bambini, ai quali Faccia da reporter porge le condoglianze più sentite. Un dolore immenso e senza fondo. 

Nell'esplosione, ieri, ha perso la vita anche il fixer con cui Stephan lavorava, il giornalista curdo-iracheno Bakhtyiar Haddad. La sua collega Véronique Robert è rimasta gravemente ferita, un altro reporter francese, Samuel Forey, è rimasto soltanto leggermente ferito.

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