Raccontare


SPAZIO ALLE STORIE CHE NON SONO STATE RACCONTATE ALTROVE. ALLE PERSONE INCONTRATE E RIMASTE SUL TACCUINO. OPPURE A QUEI PENSIERI CHE MI PASSANO PER LA TESTA VELOCI COME UNA PALLOTTOLA: SE NON LI FERMASSI, LI PERDEREI.

venerdì 16 dicembre 2016

Il senso del taccuino.

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Domani nel Senso del taccuino sulla Regione: "La realtà della realtà". Qui di seguito il consueto estratto:

È in circolo la tentazione di retrodatare ciò che sta accadendo ad Aleppo. È una debolezza giornalistica, ma anche umana: Aleppo come Stalingrado, Sarajevo, Srebrenica. Andrebbero bene anche Gaza, Beirut, Sana'a oppure Falluja. Andrebbe bene, anzi: andrebbe meglio il bombardamento di Dresda, 1945. La metafora, oltre che a servire da macchina del tempo, allontana nello spazio ciò che in queste ore sta succedendo nella città siriana. È un'astuzia generata dal nostro istinto di sopravvivenza: nella difficoltà di accettare il fatto che, oggi, possa ancora accadere questo, tendiamo a rimuovere la data con il fine di produrre, attraverso il paragone con eventi storici precedenti, uno sfasamento fra l'accadere della realtà e la nostra esistenza. C'è, tuttavia, qualcosa di illuminante in questa rimozione: è il senso della Storia. Per quanto sia superficiale e di comodo, il paragone con i disastri e le catastrofi del passato ci aiuta a inserire ciò che oggi sappiamo di Aleppo in un già visto e già conosciuto copione. Non dovrebbe, quindi, suscitare sorpresa. C'è qualcosa di consolatorio nella cronaca relativa ad Aleppo: non sono all'opera extraterrestri determinati a distruggere la Terra. All'opera è l'essere umano. La distruzione è provocata dall'essere umano. La morte è portata dall'essere umano. L'assenza di pietà è dichiarata dall'essere umano, e quel poco eventualmente di pietà che resta è pure umano. Significa, tutto questo, che non dobbiamo inventarci un linguaggio per parlare con invasori sconosciuti: l'essere umano è all'opera. Questa consapevolezza ci dovrebbe consolare: sappiamo chi abbiamo di fronte. Siamo confrontati con noi stessi.

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