Raccontare


SPAZIO ALLE STORIE CHE NON SONO STATE RACCONTATE ALTROVE. ALLE PERSONE INCONTRATE E RIMASTE SUL TACCUINO. OPPURE A QUEI PENSIERI CHE MI PASSANO PER LA TESTA VELOCI COME UNA PALLOTTOLA: SE NON LI FERMASSI, LI PERDEREI.

venerdì 1 aprile 2016

Il senso del taccuino.


(c) 2016 weast productions
Domani nel Senso del taccuino sulla Regione: "Quando la vita ride". Qui di seguito il (consueto…) estratto:

Non c'è come prenderla con umorismo. La vita. Comunque vada. È sempre più facile da dire, d'accordo. L'alternativa, però, qual è? Quale sarebbe? Trascorrere le giornate al buio, forse? Prendersi a schiaffi in faccia? Passare e ripassare al rallentatore ciò che non si lascia più cambiare? Guardare al futuro con rabbia e paura? Non c'è come prenderla con umorismo, la vita. È una verità che si dimostra da sé. È lei a volere essere presa così. Scusa? Sì, è la vita che vuole essere presa ridendo. Il più possibile, si capisce. Non si può sempre sempre. Il più possibile, sì. A volte sembra divertirsi nel preparare lentamente un colpo di teatro che avrà noi come spettatori. Questi preparativi possono durare anche più di un giorno. È un lavoro accurato che la vita, per quanto possa sembrare paradossale, prende sul serio. L'umorismo è una cosa seria. Non si improvvisa. Qui non stiamo parlando di attori professionisti. Stiamo parlando di persone qualunque. Quando riescono a farci ridere, in particolare parlando dei loro problemi, ci permettono di guardare la vita per quella che è. Il nostro sguardo riesce allora a cogliere tutto, a creare i collegamenti, a prendere le distanze, per un attimo, per quanto passeggero. Ridere è un atto di ribellione.  

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