Raccontare


SPAZIO ALLE STORIE CHE NON SONO STATE RACCONTATE ALTROVE. ALLE PERSONE INCONTRATE E RIMASTE SUL TACCUINO. OPPURE A QUEI PENSIERI CHE MI PASSANO PER LA TESTA VELOCI COME UNA PALLOTTOLA: SE NON LI FERMASSI, LI PERDEREI.

venerdì 6 novembre 2015

Il senso del taccuino.

© 2015 weast productions
Domani, sabato, nel Senso del taccuino sulla Regione: "Una profonda solitudine". Qui di seguito, l'estratto. Il solito estratto:

La vita ci pone di fronte alla possibilità di osservarla. Non soltanto di viverla. Esistono situazioni, o meglio: condizioni che producono un significato che va oltre la circostanza del loro accadere. Questo significato si rivela timidamente nella descrizione che diamo di tali condizioni. Esce con forza, tuttavia, soltanto se accettiamo di chiederci: che cosa significano per la nostra esistenza individuale, per l'esperienza che noi compiamo della vita? In una cronaca dell'estate, realizzata lungo la via dei Balcani in mezzo ai profughi, mi ero chiesto da che cosa fosse generata la sensazione di dipendenza provata nei confronti di queste persone in cammino. Da dove provenisse, cioè, il desiderio di tornare, ancora e di nuovo, sui luoghi degli sbarchi e al percorso compiuto da questi individui. Di seguirli, osservarli, ascoltarli. La risposta sta nel significato che la vita di queste persone ha per la nostra vita, nel significato che esse (e la loro vita) manifestano non appena entrano in contatto con noi (e la nostra vita). Questo contatto innesca la consapevolezza di quanto a noi familiari siano le situazioni e le condizioni che affrontano.  

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.