Raccontare


SPAZIO ALLE STORIE CHE NON SONO STATE RACCONTATE ALTROVE. ALLE PERSONE INCONTRATE E RIMASTE SUL TACCUINO. OPPURE A QUEI PENSIERI CHE MI PASSANO PER LA TESTA VELOCI COME UNA PALLOTTOLA: SE NON LI FERMASSI, LI PERDEREI.

giovedì 16 ottobre 2014

Facce che ti guardano.

(c) 2014 Weast Productions / Iraq. 

(c) 2014 Weast Productions / Iraq.


Ci sono facce che ti guardando. E tu non sai più cosa dire. Arrivi addirittura a dubitare dell'idea che tiene in piedi la tua vita, quella che tu racconti la vita degli altri perché è indispensabile farlo. Non se sia giusta o sbagliata, questa idea. Ti chiedi a cosa serva. Ti dici che il tuo lavoro DEVE potere cambiare anche la vita degli altri, altrimenti meglio lasciare stare. È una fatica senza fondo. Queste facce da profughi che ti guardando in una tappa del tuo viaggio verso la linea del fronte, quello che morde e fa male, quello cattivo. Sono loro a consolare te, a dire che è la cosa giusta da fare. La forza che queste facce che ti guardano ti danno, chiede, mi pare di riuscire a concludere, che ci mettiamo, noi, la stessa forza per tirarli fuori dai casini. Se si può scrivere così, restando dei reporter. O magari anche no. Soltanto testimoni. Che va ancora meglio.  

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