Raccontare


SPAZIO ALLE STORIE CHE NON SONO STATE RACCONTATE ALTROVE. ALLE PERSONE INCONTRATE E RIMASTE SUL TACCUINO. OPPURE A QUEI PENSIERI CHE MI PASSANO PER LA TESTA VELOCI COME UNA PALLOTTOLA: SE NON LI FERMASSI, LI PERDEREI.

lunedì 23 giugno 2014

Il senso della biro.

© 2014 weast productions
Il senso della biro è l'estate del Senso del taccuino, quello che un sabato sì e uno no pubblica La Regione quando la gente, invece di andare in spiaggia, la lavura. Il Taccuino è come un figlio (lo lasceresti mai solo?) e la Biro è anche il modo per dare seguito ai molti lettori che mi hanno chiesto di continuare a leggere in spiaggia quei quattro pensieri, or let's say quei racconti affidati a una pagina di giornale. Il senso della biro è l'immagine affidata alle parole, che per una volta se la tirano un po' meno e fanno quello che devono fare: spazio. Spazio all'immagine, al racconto della vita come ce la troviamo davanti ogni giorno. Fino a settembre lo troverete qui. Con una novità: ci saranno due numeri settimanali, uno il martedì, uno il sabato. In attesa di rileggerci sulla carta stampata. Il senso della biro è l'idea che se hai una penna in mano puoi scrivere il mondo: controcorrente, please, se la cosa riesce! Da più di un angolo di questa palla rotonda e fintamente stabile: il mondo, che non si racconta mai abbastanza. È, questa, la sola pensabile (per me, si capisce) barricata alzata in mezzo alla vita: che intanto la vita, la vita la fa quel che la vör. Vuoi mettere non raccontarla? Per seguire su Twitter: #IlSensoDellaBiro.
La fotografia riportata è il ritratto notturno della Donna cannone, raccontata in un Taccuino che aveva per titolo Due fratelli nel sonno. Per la cronaca. E, diciamolo pure, per la vita.   

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