Raccontare


SPAZIO ALLE STORIE CHE NON SONO STATE RACCONTATE ALTROVE. ALLE PERSONE INCONTRATE E RIMASTE SUL TACCUINO. OPPURE A QUEI PENSIERI CHE MI PASSANO PER LA TESTA VELOCI COME UNA PALLOTTOLA: SE NON LI FERMASSI, LI PERDEREI.

mercoledì 20 novembre 2013

Il dentifricio è una notizia.

Dove sei finito, vecchio rincoglionito che non sei altro? Lo sai che hai un blog da aggiornare, lo sai? Che un due parole al giorno, santiddio chiediamo troppo, chiedo troppo, chiedono trooooppoooo? Che due parole al giorno, ma scrivile, anche se stai strisciando verso posizioni nemiche sulla pancia e poi sulla schiena e successivamente in mezzo al fango e già che ci sei attraverso il filo spinato e sui cavalli di frisia e, per quanto te la tiri, dentro i cunicoli scavati dalle talpe con un pacco di diottrie furbamente aggirate. (Ma come fanno? Loro vedono!)

Ora te lo dico: strappa la spoletta a due o tre parole, non è che tu sia tenuto a fare altro, molto altro. E conta: uno, due, tre, quattro.... Se al cinque le hai ancora nella tastiera, quelle parole, la pagina (lo schermo: che è peggio) ti esploderà in faccia come un budino dimenticato sulla lavatrice ormai (e definitivamente) giunta alla centrifuga. O. Kristo. La mia fa 1400 rotazioni al minuto. La sto ancora pagando. Giuro che la pago. Tutta. Conto sempre ancora: attendo il numero oltre il quale non si può più andare. 

Si può dire che c'è in giro un odore di aria fritta? Non si può? Ritiro.

C'è in giro un odore di aria fritta da paura. Sorry, è il copia incolla sballato.

Ho avuto problemi alla batteria della macchina, a terra due volte di fila. E con il polpaccio destro facendo jogging. L'orologio automatico mi va avanti di un paio di minuti. Leggo dei titoli (sui giornali) che mi fanno venire una voglia irresistibile di essere analfabeta. Guardo i telegiornali e mi dico che non ce la raccontano giusta. Ci fanno. E di brutto. 

Ho visto una coppia uscire da un'agenzia specializzata in viaggi scontati: troppo felici. Dove casso andranno in vacanza? Viaggi scontati: come il fatto che siamo vivi. 

Una mia amica mi chiama da Beirut: c'è posto in Svizzera? Me lo chiede così, dopo una bomba. C'è gente che aspetta in Grecia per venire da queste parti, a vivere: questa gente aspetta un paio di carte false per le quali ha già fatto carte false. Sento un'aria che sa di “troppo tardi”.

C'è chi mi scrive storie. Se servo a questo, benvenuto mister.

Ci vuole un bel coraggio: per vivere. E per qualcuno. Rispondo al telefono anche nella notte: Hallooo? Hello! Sorry? Sono io! Tu? Io... Dove sei? Sotto le bombe. Silenzio. Dall'altra parte: grazie. Per cosa? Per stare zitto. Okay. Okay. Ciao. Ciao. Scusa?... Sì... Porti ancora i capelli lunghi? Ancora... Grande. Cosa hai detto? Lascia stare. Okay. Okay. Ciao. Ciao. Click.

Oggi ho visto una donna bellissima. Lei si è accorta che c'era un pirla che la stava guardando. Attaccati al tram, mi ha detto. In realtà, la stavo guardando perché camminava come se stessedadiodasola.

Ragazza, io ho da scrivere, io ho un blog. Un blog da tenere in piedi. Da tenere in vita.

C'è in giro un'aria... Sempre uguale. Di un piatto da paura.

Un omino con la dentiera che paga 4 tubetti di dentifricio alla cassa. L'ho visto e lo giuro. Per me, è una notizia.

1 commento:

  1. Appunto !! Urgono le tue considerazioni sul mondo e le tue storie dal mondo. Muoviti, fai presto.

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