Raccontare


SPAZIO ALLE STORIE CHE NON SONO STATE RACCONTATE ALTROVE. ALLE PERSONE INCONTRATE E RIMASTE SUL TACCUINO. OPPURE A QUEI PENSIERI CHE MI PASSANO PER LA TESTA VELOCI COME UNA PALLOTTOLA: SE NON LI FERMASSI, LI PERDEREI.

lunedì 21 ottobre 2013

Single. Perché ormai senza rosse.


(c) 2013 weat productions

I miei libri che vivono dentro i cartoni. Con sopra scritto il nome di una ditta di trasporti. Separati da una vita, diciamo da un pezzo di vita. Loro e io. Se ne stanno in soffitta, come cellule dormienti pronte tuttavia a innescarsi dentro la mia testa e infine lanciarmi da qualche parte, uguale a una Donnacannone fuori di sé per il piacere di lacerare il telo del circo (l'azzurro della tenda) e andarsene, appesa all'ultimo treno. Da qualche giorno sto cercando la "Coscienza di Zeno". Scavo come un minatore impazzito. Cerco il suo inizio, quella devastante presa di sé, avvinghiamento a ciò che uno è. Evito internet, che non è vera ricerca, è un po' come pomparsi i muscoli con gli steroidi, senza fatica. Che tirone che sto diventando. Ooooohh...

Ci sarà da ridere, quando avrò trovato la lettera dell'incipit. Quei caratteri meravigliosi che sanno dei miei occhi di non so quanti anni fa. E sanno di (qualche) sigaretta fumata after midnight.  Finalmente ci sarà da ridere, dirà qualcuno. Voglio voltare pagina, in carne e ossa, lanciare un messaggio, posta nella bottiglia (e che sia Champagne, snobbone che non sono altro) per celebrare la realtà che sto materializzando con i miei racconti dalla cassa (datele, vi prego, il significato unico di banco dei conti al supermercato e tocchiamo - por todos - una montagna di ferro relativamente a significati altri del termine cassa). Insomma, Champagne per fare la festa alla fiction che è sempre meglio della realtà o, detto altrimenti, migliore strumento per capirla, la realtà. Cerco l'incipit della Coscienza di Zeno per trovare un modo di dire che - ooookrrrrriiiiisttooosantissimo! -  non fumo più. Non riesco ancora a crederci.

Okay, ho fatto outing: l'ho detto. E pensare che, qualche settimana fa, in occasione di una conferenza stampa, l'ho pure confessato a qualche collega. E, vi giuro, c'è stato chi l'aveva presa come la vera notizia da dare. Che non è stata data (giustamente: vuoi mettere, parliamo di sfera privata: ci sono editors, qui da noi, che vegliano su ciò che va detto e ciò che, invece, va taciuto...).

Mi separo. Mi sono separato dalle rosse. Che mi sono portato in giro per mezza vita in ogni fottutissimo angolo di mondo, dentro ogni storia, dentro ogni vita, dentro ogni morte, dentro ogni paura che avevo, sudore freddo che mi aveva preso, ansia, tensione, sparatorie (ce ne sono state, eeeeh già....), fughe in auto di notte con dietro i soldati (o altri, vuoi mettere?) che non gli piacevi, i buoni e i cattivi che volevano farti la pelle e tu che te ne tiravi una e il mondo tornava a sorriderti (o si fa per dire, all'incirca, eppure funzionava...). Ce ne sarebbe da aggiungere, di situazioni. Ancora.

Il Grossi che si è fatto e strafatto del loro meraviglioso fumo et profumo. Tenuto in vita dalle rosse. E ora? Kristo, single. Single da paura. Solo. Senza una rossa. Ex tossico. O piuttosto: tossico in guerra. Non faccio prigionieri. Non riconosco le convenzioni di Ginevra, i diritti umani, l'ONU, niente. Una fottutissima pippa mi fanno. Sono in guerra. Con me stesso.

Stupendo. E da paura.






2 commenti:

  1. Sì esatto, una guerra, senza scampo, con se stessi. Se vincerla o meno sarai tu a deciderlo. Questo sarà il tuo punto di forza. Io, ce l'ho fatta. Nonostante le condizioni, credimi, più che avverse. Per il momento, per una volta, ho vinto e non è cosa da poco.
    Tieni duro, Grossi che siamo tutti con te!

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  2. 3 commenti rimossi perché sono superstizioso.

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