Raccontare


SPAZIO ALLE STORIE CHE NON SONO STATE RACCONTATE ALTROVE. ALLE PERSONE INCONTRATE E RIMASTE SUL TACCUINO. OPPURE A QUEI PENSIERI CHE MI PASSANO PER LA TESTA VELOCI COME UNA PALLOTTOLA: SE NON LI FERMASSI, LI PERDEREI.

giovedì 29 agosto 2013

Preparate la baguette. Con dentro una lima.


Ci risiamo. Ho visto immagini in televisione create dai grafici che, evidentemente, sono felici di dare sfogo alla loro (limitata, in questo caso) creatività, per una volta tuttavia autorizzati a scatenarsi al di fuori dei pollai delle previsioni elettorali, delle statistiche sugli incidenti domestici, delle allergie causate dai deodoranti, delle infezioni da frutti di mare al mare, delle corna messe dai mariti alle mogli e dalle mogli ai mariti, delle previsioni del tempo (che invito a eliminare, ossigeno riscattato al Pianeta). Cristosantissimo! Ho visto immagini della Siria con sovrapposto il mirino stilizzato di un cecchino.

Polli, tutti quanti. L'informazione si sta di nuovo schierando dalla parte dei padroni, che non sono necessariamente i cattivi, ma padroni restano (dei nostri pensieri, della nostra Weltanschaung). E di nuovo ci sta servendo da bere - l'informazione, anche la nostra, oddio anche la nostra - il vino avariato destinato a farci credere che la guerra mirata esiste. Che esistono bombe in grado di colpire come la pallottola di un cecchino. Che le bombe servono a qualcosa.

Aldilà della discussione su chi ha sparato il gas in Siria vicino a Damasco, oltre la riflessione se sia corretto colpire per ragioni umanitarie dopo essere rimasti a guardare la miseria umana che un intervento umanitario (ma senza bombe, con medicamenti invece) richiedeva (un intervento mai avvenuto, ladies and gentleman), credo sia legittimo fermarsi un attimo e dirci cosa cazzo ci stia a fare l'informazione. Se è, per come è, dalla parte del proprietario terriero, senza domande, senza dubbi.

A Faccia da reporter dà fastidio una cosa (e lo abbiamo detto, anche in diretta e creando imbarazzo): in Siria da tempo sta succedendo di tutto. E tutti, zitti. Ora, in presenza di un apparente e terribile attacco con il gas, si decide che ragazzi andiamo a dargli una botta. Gliela darei io, a quel regime, una botta, se potessi. Eppure, così non funziona. Ci prendono per fessi.

Ci prendono per fessi perché ci stanno dando a bere una cosa: che tutte le schifezze che succedono (in termini di violenza) a questo mondo sono accettabili se stanno da questa parte della "linea rossa". Se, invece, la superano, non vanno bene. Il problema è che la linea rossa la decidono LORO. E, altro problema, è che al di qua della linea rossa succedono tante schifezze. Che, accettando il principio della linea rosa (= utilizzo del gas), accettiamo anche di tollerare.

Il manicheismo bushiano è stato sostituito dalla visione monocromatica del mondo di Mr Obama. Va di moda il rosso.

Voi, accetate? Io no.

A costo - come sicuramente succede - di finire tutti quanti nel tritacarne dell'NSA, dei guardoni e ascoltoni che ci tengono sotto controllo, immagino anche quando andiamo al cesso (se ci portiamo l'iPad, io NON ce lo porto, voi?).

L'ho scritto. Se da domani constaterete una anomala assenza dei miei post, organizzate una baguette con dentro una lima. E portatemela. Dove non lo so, ma portatemela. Così evado.



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