Raccontare


SPAZIO ALLE STORIE CHE NON SONO STATE RACCONTATE ALTROVE. ALLE PERSONE INCONTRATE E RIMASTE SUL TACCUINO. OPPURE A QUEI PENSIERI CHE MI PASSANO PER LA TESTA VELOCI COME UNA PALLOTTOLA: SE NON LI FERMASSI, LI PERDEREI.

venerdì 5 luglio 2013

La trappola.

Eccovi alcune fotografie scattate mentre oggi andavo a filmare le manifestazioni organizzate dai Fratelli musulmani dopo la preghiera. Ci sono stati dei morti, meglio dirlo subito. È una storia brutta. L'hanno chiamato "Il venerdì del rifiuto", per chiedere il ritorno dell'ex presidente Mohammed Morsi. Ho registrato: rabbia infinita, incredulità, nervi come cavi elettrici che si toccano, tristezza. A un certo punto un ragazzo mi chiedo perché fotografo soltanto quelli con la barba. Gli ho risposto che non ne vedevo altri senza. Battuta che ha calmato gli spiriti. Un altro mi ha chiesto da dove vengo. Ho risposto "Suisra" e lui mi ha baciato una spalla. C'è in giro troppa frustrazione fra quelli che si sono visti sottrarre una elezione vinta. E li capisco. C'è qualcuno però che soffia sul fuoco. Qualche minuto fa sono finiti gli scontri sul ponte del 6 Ottobre, davanti all'albergo dove risiedo, a due passi due da Piazza Tahrir. È arrivato l'esercito. Ci sono volute due ore. Se continua così, Cairo brucia.
Che contrasto enorme con le scene in Piazza Tahrir: lì la gente festeggiava ancora questo pomeriggio. Sarebbe ora di smetterla, forse, di tornare a casa e di pensare a come rimettere assieme i pezzi. I pezzi finiti a pezzi di un paese che ci è cascato. In pieno. Nella trappola della violenza. Che è sempre lì e si guarda in giro: attende soltanto che gli umani cedano al suo richiamo. Mi spiace per l'Egitto e la sua gente. Sto diventando vecchio. Ma non sentimentale, questo mai! Tutti i diritti riservati per le fotografie (c) 2013 / weast productions.



















Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.