Raccontare


SPAZIO ALLE STORIE CHE NON SONO STATE RACCONTATE ALTROVE. ALLE PERSONE INCONTRATE E RIMASTE SUL TACCUINO. OPPURE A QUEI PENSIERI CHE MI PASSANO PER LA TESTA VELOCI COME UNA PALLOTTOLA: SE NON LI FERMASSI, LI PERDEREI.

giovedì 13 giugno 2013

Così vicino, quasi un bacio.

(c) 2013 weast productions
Vuoi mettere due signore sedute in un caffè del centro? Insieme. Due amiche. Sedute come se "andassero in treno", qualcuno dice ancora così. O, aspetta, come se fossero al cinema. Vuoi mettere una borsetta alla moda posata sul tavolo, e un giornale, appena letto, posato sul tavolo anch'esso, con dentro quella dose di mondo che oggi può anche bastare tanto hai voglia se non succedono sempre le stesse cose. Da una vita, ormai. E l'espresso, che una ha già bevuto, comediocomanda, si beve caldo, un sorso e via, massimo due. E il cappuccino dell'altra, a metà strada, ma così vicino che è quasi un bacio. Silenzio, che è lì come una meraviglia: si sta di un bene. Osservare quelli che passano. Benedire il caldo che finalmente ti tira fuori i dolori dalle ossa, come l'umidità da una vecchia casa. Ma cosa dici vecchia, che io mi sento una ragazza. Quel primo caldo che quando ci si mette è pure capace di tirati fuori dalla memoria - come se fosse vivo! - un amore estivo di lasciaperdere quanto tempo fa, ma da sembrarti oggi e da sembrarti vero. E da farti arrossire. E, per un attimo, volare via. Non si invecchia mai. Due ragazze. Sedute in un caffè. Insieme. Come al cinema. Osservare la vita. Quella davanti agli occhi e quella che è già passata. Si sta di un bene che non ti dico. Tu, che ne dici?

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