Raccontare


SPAZIO ALLE STORIE CHE NON SONO STATE RACCONTATE ALTROVE. ALLE PERSONE INCONTRATE E RIMASTE SUL TACCUINO. OPPURE A QUEI PENSIERI CHE MI PASSANO PER LA TESTA VELOCI COME UNA PALLOTTOLA: SE NON LI FERMASSI, LI PERDEREI.

martedì 22 gennaio 2013

Metafisica dei collant.

Ciao!
Ehi...
E poi: cristo, la calza! Dove, dove se l'era smagliata? Le era balzata all'occhio improvvisamente, con violenza: uguale all'idea che cambia i destini della medicina, i percorsi della scienza, le certezze della meccanica. Noooo... Sulla gamba destra poi, su quella fatta meglio, quella che si slancia meglio, LA gamba... No, no, no. Rovinata. Sfregiata. Doveva essere successo uscendo dalla macchina, certo, dopo aver litigato con quel cafone che le voleva soffiare il parcheggio e c'era pure riuscito. Come una furia, ecco, si era catapultata dal sedile ormeggiando la vettura in sosta vietata, imprecando contro quello sfigato borioso che l'aveva fregata. Ed era sparito. Nel nulla.
L'avesse rivisto gli avrebbe fatto vedere lei, una botta si prendeva, dritta sul naso, di quelle che ti ricordi. Minimo questo. 
E, ora, al rallentatore: stessa scena. 
Cccciiiiiaaaaaooooo.
Eeeeehhhhiiii.
Oddio. Ma è lui! Lo sfigato!
Senti un po', bello, vieni qui!
Dici a me?
No, a mia nonna!
Prego, cara?...
Cara una fragola!
Smash....
Silenzio. Totale. E subito dopo, lui con un naso grande come una patata da Guinness.
E lei, dentro, intimamente parlando dentro: sto di un bene, ma di un bene, ma di un bene!
Trascorrono dieci secondi: si toglie una calza. E poi l'altra, quella oltraggiata. E' a piedi nudi, sul marciapiede gelido. Vede il patata con il naso in mano, semipiegatoinduecontroilmurodiunacasa. Non mossa da pietà, bensì da senso del dovere e della giustizia fa tre passi, nudi, anch'essi, gli si avvicina e gli passa la calza attorno al collo. Le collant abimé, si capisce. Le pauvre. Stringe il nylon (fosse stata seta ci avrebbe pensato forse una volta...) fino a soffocarlo o quasi. A farlo pentire di quel parcheggio rubato. Amaramente. Senza dubbio: amaramente. 
Il freddo le avvolge le gambe. Ora. Mentre si rifà viva, a missione compiuta, e riacquista colore e fiato. Voglia di vivere, si direbbe. E di piacere. I tacchi sono il metronomo di una giornata che prometteva male e invece! Invece guarda: guarda come mi guardano. La destra... La destra fa miracoli, nel suo stendersi sereno, leggermente muscoloso, conturbante. E minaccioso. Tutto, ma non un parcheggio. Non un collant... 

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