Raccontare


SPAZIO ALLE STORIE CHE NON SONO STATE RACCONTATE ALTROVE. ALLE PERSONE INCONTRATE E RIMASTE SUL TACCUINO. OPPURE A QUEI PENSIERI CHE MI PASSANO PER LA TESTA VELOCI COME UNA PALLOTTOLA: SE NON LI FERMASSI, LI PERDEREI.

mercoledì 1 agosto 2012

Primo agosto e i miei due amori.



Ho sempre detestato i botti del primo agosto. Ancora di più e senza clemenza da quando ho iniziato a sentire quelli veri: che causano non luci nel cielo, morti per strada. Quest'anno mi va bene, sono lontano. Guardo, sul letto, le mie munizioni: occhi elettronici che trasformano il mio sguardo in immagine.  Conto e riconto i cavi, le ottiche, gli accessori, che ci sia tutto. Per un'ulteriore tappa, verso i botti veri, quelli brutali. Due amori di Nikon. Silenziose e pronte a scattare. Non chiedono che di venire con me. Mi ascoltano, con infinita pazienza, borbottare. Gli passerà, si dicono.

Possibile che non mi vada a genio nemmeno il primo agosto? Che debba trovare a ridire anche di quello? Di' qualcosa di divertente, per una volta, Grossi. Okay. Tutti in piazza a ballare per la festa, allora: ma senza botti, senza sindaci e politici e presidenti della Confederazione a leggere discorsi. Che non sono mai davvero in italiano, mai davvero in tedesco e mai davvero in francese. Aria fritta senza ispirazione dentro. Senza memoria e spazio per gli altri. Noi. E basta. C'è sempre qualcuno che muore in qualche guerra nel mondo, a ogni primo agosto. Quest'anno ce n'è qualcuno in più. Come mi sarebbero piaciuti il mio paese, o il mio cantone o soltanto la mia città se per una volta avessero deciso di evitare di simulare e ricordare il frastuono della guerra per festeggiare. Esprimendo, con questa scelta, un profondo rispetto nei confronti di chi, avvolto dallo stesso spaventoso suono, in queste ore sta morendo in un paese chiamato Siria. Chiedo troppo, lo so. E non diverto nessuno.   

7 commenti:

  1. Quanto ti capisco. Ho sempre odiato il primo d'agosto e i suoi botti, specialmente i suoi botti. E le "fêtes de Genève", e i suoi fuochi d'artificio da centinaia di migliaia di franchi. Per chi? Sono lontana dal Ticino questo 1° agosto. Qui, a Patrasso, in Grecia, dove tanti migranti cercano di partire, ma pochi ce la fanno davvero, piove. La pioggia, rinfresca l'aria. Ma penso a quegli afgani che ho incontrato oggi nell'uliveto. Anche loro avranno più fresco, ma non hanno un tetto sotto cui ripararsi. Ascoltiamo le loro storie da 40 giorni, tutti i giorni storie di abusi da parte delle autorità, e da parte di cittadini greci, simpatizzanti del partito neonazista. Ho vergogna di sapere che il mio paese non accetta sul suo territorio persone che avrebbero bisogno di protezione, ma che non possono partire, perché rinchiusi in questa prigione chiamata Grecia. Oggi alcuni mi hanno detto voler venire in Svizzera, non so se ce la faranno. Ma se ce la faranno, spero daremo loro un futuro. Che non hanno qui.

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  2. I botti proprio in questo momento...sono a casa, luci spente, chiudo gli occhi e cerco di immedesimarmi, nel contesto descritto...difficile però capire bene che ogni botto genera lacrime e urla...
    Grossi, non fai ridere????Pazienza, generi però sempre riflessioni "delicate"....
    A presto
    Xenia

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  3. Volevo segnalarti un reportage fotografico sulla Siria: http://www.giorgos-moutafis.com/stories-syria.htm.
    E' un giornalista greco che l'ha scattato. L'abbiamo incontrato qui, in Grecia. Una persona che val la pena di conoscere. Tornerà in Siria, chissà, magari lo incontri sul terreno...

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  4. Anni fa un amico straniero ospite mi aveva detto: "certo che incendiare la patria per festeggiarla è insolito" . La mia risposta piú diretta è stata: " ci va bene negli anni di secco e siccità ...". Ieri mia figlia mi chiede se anche noi esponiamo la bandiera. La bandiera non l'ho mai avuta. Poco patriota. Le ho spiegato che forse non amo le bandiere perchè non mi piacciono i confini ... Mi ha guardata un pó delusa e ha continuato a far girare i suoi piccoli bengala.

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  5. Caro il Bel Gianluca, ma dimmi un po', io sono convinta che di esperienze potresti riempire libri e mi parli del 1° d'agosto ??

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  6. Si, sei davvero noioso. E noi, oh scusate, IO sono davvero stufa di leggere quello che scrivi. Io voglio continuare a vedere la realtà propinata tra un articolo di gossip e il mio telefilm preferito. Anche li curano i pazienti sai? e ci raccontano pure intriganti storie d'amore. Loro. Tu, un po' meno. E' più facile quella realtà. Non ti devi nemmeno impegnare per capirla. Non come quello che scrivi tu. Devo sempre sedermi, leggere parola per parola, capire di che contesto stai parlando e perché. E non mi posso nemmeno passare lo smalto sulle unghie mentre leggo il blog, lo spalmerei sulla tastiera. Io sono per le cose semplici e ironiche. Come premere il tasto commenta e liberare la mente. Come ascoltare una canzone che su una base punk urla "was zählt". Come pensare davvero a "cosa conta". Come scrivere che a me i botti non sono mai piaciuti perché da "piccola" mi bruciavo sempre. Goffa. E perché da "quasi grande" invece non smetto di pensare a quanto possano inquinare e a quanto siano inutili tutti gli sforzi per tutelare l'ambiente se poi si spendono migliaia di franchi per distruggerlo. Poi arrivi tu e mi fai pensare a QUEI botti. Che costano sia soldoni che la vita delle persone. E inquinano anche, si. Inquinano la società e soprattutto l'anima della gente. E l'anima dei festeggiamenti. Qui si prendono anche i fucili per sparare e festeggiare. Ma la musica oggi rappresenta solo i milioni guadagnati dalle case discografiche? Non è più cantare e ballare e suonare? Ritmo e sorrisi. Sorridere e ridere. Guardare oltre. Vedere il mondo ballare. Senza botti. Penso anche a questo.
    Torno al mio telefilm. Noioso.

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  7. Ripensavo a queste righe, oggi. Così sono tornata a rileggermele, mentre fuori dalle mie finestre impazzano i botti. Come due anni fa, solo botti colorati al mio orizzonte, buoni solo a impaurire il mio cane, un altro cane.
    Sempre lì, le tue parole; chiare, precise, attuali. Bruciano - ironia della sorte - soprattuto le ultime righe. Nessuna virgola fuori posto, oggi come allora, nessun cambiamento. Solo molte, troppe, orecchie in più, in luoghi più o meno lontani dalla festeggiata, a desiderare di non sentirne più, di botti.

    Chi ha da mettere cuore e talento - centro del discorso più gettonato di oggi, decisamente "non del tutto in italiano" - continui a metterceli, anche senza far divertire nessuno.
    A presto, Gianluca. Ti auguro una notte silenziosa.


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