SPAZIO ALLE STORIE CHE NON SONO STATE RACCONTATE ALTROVE. ALLE PERSONE INCONTRATE E RIMASTE SUL TACCUINO. OPPURE A QUEI PENSIERI CHE MI PASSANO PER LA TESTA VELOCI COME UNA PALLOTTOLA: SE NON LI FERMASSI, LI PERDEREI.
giovedì 2 agosto 2012
La storia di uno scatto.
Domani sulla Regione la storia di questo scatto. E di quest'uomo.
Varebbe la pena che il Suo articolo fosse stampato 246 volte, cioè il numero dei nostri parlamentari a Berna, e distribuito sulle loro panchine. In particolare su quelle dei parlamentari che nel loro desiderio di inasprire la legge sull’asilo, vogliono togliere la deserzione come motivo di una richiesta d’asilo. Non è il caso di fare qui l’elenco delle norme delle quali una tale decisione costituirebbe una violazione, ma una domanda va fatta: non è degna di protezione una persona che ha avuto il coraggio di non più essere un burattino micidiale e di riconquistarsi la coscienza di un essere umano, con tutto il significato profondo di questa parola , e che l’ha pagato caro ? Non sono davanti alle Olimpiadi, ma dall’eco che ne ho, pare che la Svizzera non se la cavi molto bene. Può darsi un segnale che esiste un’altra medaglia più brillante da guadagnare : quella dell’umanità ? In quanto a Mohammad Faisal Assaf, non conosco sfortunatamente nessuno nel ambiente medicale, ma se in mezzo ai lettori del Suo Blog, ci fosse un medico, un chirurgo, un oftalmologo che potesse fare scattare la solidarietà delle loro associazioni professionnali, ci sarebbe forse modo di agire concretamente. Sarei pronta a portare il mio appoggio. Vorrei anche ringraziarLo per mantenere sveglie le nostre coscienze malgrado il torpore dell’estate. Buon proseguimento e a presto.
sebbene non abbia letto l'articolo, perché mi trovo all'estero, mi sento di scrivere quanto segue: continua a raccontare le storie di uomini, donne e bambini che subiscono gli effetti tragici delle guerre continua a denunciare quando bisogno di aiuti hanno, soprattutto se mirati e concreti continua a ricordarci che le guerre non appartengono soltanto ai giorni della memoria, ma sono tragicamente a noi vicine, nel tempo e nello spazio
Caro Gianluca,
RispondiEliminaVarebbe la pena che il Suo articolo fosse stampato 246 volte, cioè il numero dei nostri parlamentari a Berna, e distribuito sulle loro panchine. In particolare su quelle dei parlamentari che nel loro desiderio di inasprire la legge sull’asilo, vogliono togliere la deserzione come motivo di una richiesta d’asilo. Non è il caso di fare qui l’elenco delle norme delle quali una tale decisione costituirebbe una violazione, ma una domanda va fatta: non è degna di protezione una persona che ha avuto il coraggio di non più essere un burattino micidiale e di riconquistarsi la coscienza di un essere umano, con tutto il significato profondo di questa parola , e che l’ha pagato caro ?
Non sono davanti alle Olimpiadi, ma dall’eco che ne ho, pare che la Svizzera non se la cavi molto bene. Può darsi un segnale che esiste un’altra medaglia più brillante da guadagnare : quella dell’umanità ?
In quanto a Mohammad Faisal Assaf, non conosco sfortunatamente nessuno nel ambiente medicale, ma se in mezzo ai lettori del Suo Blog, ci fosse un medico, un chirurgo, un oftalmologo che potesse fare scattare la solidarietà delle loro associazioni professionnali, ci sarebbe forse modo di agire concretamente. Sarei pronta a portare il mio appoggio.
Vorrei anche ringraziarLo per mantenere sveglie le nostre coscienze malgrado il torpore dell’estate.
Buon proseguimento e a presto.
Take care.
Donatella
Per chi non l'avesse visto (e sarebbe peccato perderselo), il servizio di Gianluca è stato pubblicato sulla Regione di oggi, sabato.
RispondiEliminaBuona lettura
sebbene non abbia letto l'articolo, perché mi trovo all'estero, mi sento di scrivere quanto segue:
RispondiEliminacontinua a raccontare le storie di uomini, donne e bambini che subiscono gli effetti tragici delle guerre
continua a denunciare quando bisogno di aiuti hanno, soprattutto se mirati e concreti
continua a ricordarci che le guerre non appartengono soltanto ai giorni della memoria, ma sono tragicamente a noi vicine, nel tempo e nello spazio
buon prosieguo