Raccontare


SPAZIO ALLE STORIE CHE NON SONO STATE RACCONTATE ALTROVE. ALLE PERSONE INCONTRATE E RIMASTE SUL TACCUINO. OPPURE A QUEI PENSIERI CHE MI PASSANO PER LA TESTA VELOCI COME UNA PALLOTTOLA: SE NON LI FERMASSI, LI PERDEREI.

mercoledì 8 agosto 2012

"Sentiti come a casa tua".

(c) 2012 weast productions


Cristo santo, quante realtà ci sono? Ho acceso il mio cellulare, nella provincia di Aleppo. Due minuti dopo mi arriva questo messaggio:

"Welcome to Syria. Feel at home while you roam on the MTN network. For any inquires please call 111". 

E poi un secondo SMS: 

"Ministry of tourism Welcomes you in Syria. Please call 137 for tourism information or complains". 

Uno non se lo aspetta. Per un attimo ho pensato che mi sto immaginando tutto. Persino le persone che incontro. Che la Siria è quella di prima, di sempre. Che non è mai successo nulla. Ho chiamato il 111 e il 137. Dopo alcune difficoltà riesco a stabilire una linea, mi risponde una voce femminile registrata, gentilissima. Mi invita a pazientare, perché tutti i collaboratori sono momentaneamente occupati. Allora mi dico che non sto più sognando. Sono semplicemente impazzito. Chi chiama, in questa guerra, le informazioni turistiche? E quale siriano chiama le informazioni generali? E il servizio reclami? Per chiedere come fuggire dalle bombe senza lasciarci la pelle, forse. Per far sapere al governo che le bombe sui civili non hanno mai ridato la pace a un paese. Se hanno un senso, questi SMS, deve essere per forza questo. Altrimenti sono uscito di testa davvero. E anche questa esplosione, nel villaggio vicino, quella che ho appena sentito, in realtà me la sono sognata. E poi quel "feel at home". Quel "sentiti a casa tua". Fuori, completamente. 

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