Raccontare


SPAZIO ALLE STORIE CHE NON SONO STATE RACCONTATE ALTROVE. ALLE PERSONE INCONTRATE E RIMASTE SUL TACCUINO. OPPURE A QUEI PENSIERI CHE MI PASSANO PER LA TESTA VELOCI COME UNA PALLOTTOLA: SE NON LI FERMASSI, LI PERDEREI.

domenica 29 aprile 2012

Arrabbiarsi, mai.

(c) 2012 weast productions

In un post recente avevo criticato l'atteggiamento delle Autorità svizzere che avevano impedito a un gruppo di persone di imbarcarsi su un aereo per Israele perché sospettate di nascondere (dove?) l'intenzione di partecipare a una manifestazione filopalestinese a Betlemme. Avevo indirettamente criticato anche l'atteggiamento della stampa svizzera: che aveva (quando è andata bene) riferito la notizia ma si era ben guardata dal porre domande scomode del tipo: queste persone sono schedate, sorvegliate eccetera e se si' in nome di chi, del governo svizzero, di quello israeliano, altro? Se qualcuno le ha formulate, queste domande, me lo segnali, mi correggerei subito. Sempre in quel post avevo scritto che non nutro particolari simpatie (non ne nutro e basta) nei confronti dei manifestanti filopalestinesi (probabilmente loro ne nutrono ancora meno nei miei confronti). Non c'è simpatia perché sono acritici nei confronti delle autorità palestinesi, siano ANP (Autorità nazionale palestinese) o Hamas o altri partiti. A Gaza si sa che chi osa criticare il governo è come se si abbonasse ai guai. In Cisgiordania uguale. "Crackdown" dell'ANP contro la libertà di espressione. Così titolavano recentemente alcune notizie di agenzia. E questo mi confermano contatti sul posto. Alcuni elementi si possono ricostruire con QUESTO articolo e con QUESTO intervento, che costituiscono una scelta rapida e non esaustiva (sono segnalazioni, non condivisione dei contenuti). Nulla di nuovo. Eppure, sul fronte degli attivisti, silenzio. Uno stop autoimposto alla propria capacità di arrabbiarsi. Anche verso i palestinesi.

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