Raccontare


SPAZIO ALLE STORIE CHE NON SONO STATE RACCONTATE ALTROVE. ALLE PERSONE INCONTRATE E RIMASTE SUL TACCUINO. OPPURE A QUEI PENSIERI CHE MI PASSANO PER LA TESTA VELOCI COME UNA PALLOTTOLA: SE NON LI FERMASSI, LI PERDEREI.

sabato 22 ottobre 2011

Tentazione

(c) weast 2011

5 commenti:

  1. Caro Gianluca,

    Grazie di riattaccare la presa anche se parzialmente con questa immagine ! Ho immediatamente ricordato un’altra fotografia : la musulmana e la (sua) birra. Mi piace questa strizzatina d’occhio ad Eva e il pensiero che sia lei, sopra tutto quando si cerca ad imbrigliarla, a voler rompere l’interdetto.

    Ho seguito con interesse le Sue cronache da Israele; ne aspettavo delle altre, dalla parte palestinese, per restituire il cadro completo delle liberazioni che hanno avuto luogo. No so s ne avrà la possibilità o se sarà (o è già) richiamato altrove.
    Sebbene la telecamera è e rimarrà la Sua Favorita, sarebbe peccato renderla rivale della matita o meglio detto della tastiera del Suo computer.
    Spero di ritrovarLo presto per leggerLo o scoprire quello che avrà voglia di mostrarci.

    Buon proseguimento.
    Take care...

    Donatella

    P.S. Al momento di postare il mio commento, trovo il Suo ultimo testo; si direbbe che la mia ultima frase era premonitoria.

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  2. Cara Donatella, ho riattaccato la presa. Non che l'avessi davvero staccata, ma un po' di distanza da questo diario non mi ha fatto male. Sto lavorando a un progetto fotografico e anche a una versione che renda conto della vita dei prigionieri palestinesi liberati. Le aspettative dei familiari, tuttavia, sono state documentate in un servizio che il TG di RSI ha trasmesso e li' si parlava della imminente liberazione di una ragazza che aveva cercato, attaccando un soldato israeliano, di vendicare la morte di suo fratello, ucciso dagli stessi soldati israeliani, a 17 anni. Mi auguro che la storia dei primi giorni di libertà dei prigionieri palestinesi verrà trasmessa; da parte mia attendevo che calasse il polverone della propaganda, suscitato da entrambi i fronti e cosi' fitto da rendere difficile il respiro (Celan la chiamava "Atemwende"). Sono cosi' d'accordo con lei sull'immagine di Eva che spezza le catene imposte da Adamo. Cosi' fragile, questo Adamo, da ricorrere a azioni costrittive e di soffocante violenza.

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  3. Caro Gianluca,

    Ricordo la cronacha di cui parla, in particolare la conclusione del padre della ragazza. Ametto che queste liberazioni mi hanno lasciata con un sapore amaro in bocca anche a causa della strumentalizazione che ne fanno ambedue le parti. Sarò dunque molto contenta di conoscere quello che Lei ne ritiene con il Suo sguardo.
    In quanto ad Eva, si dovrebbe richiamare più spesso alla sua forza d’animo per portare avanti pace...
    A presto

    Donatella

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  4. Così, su due piedi, mi viene da commentare questo fragile Adamo. Prosciugato e assetato nello stesso momento. Incatenato alle catene che ha forgiato. Un Adamo che troviamo in ogni parte del mondo, indistintamente.
    Abbraccio, Sabrina

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  5. sono io che devo ringraziarti per quello che hai scritto, ho letto e riletto molte volte e sono lusingata dal fatto che hai sottratto del tempo alla tua lettura ... la mia passione piu' grande sono i miei figli... lo so e' scontato, ma la cosa piu' importante e difficile e' ogni giorno lasciargli la liberta' di scegliere anche nelle piccole cose ... e la liberta' di andare incontro........ al mondo...... Roxane.

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