Raccontare


SPAZIO ALLE STORIE CHE NON SONO STATE RACCONTATE ALTROVE. ALLE PERSONE INCONTRATE E RIMASTE SUL TACCUINO. OPPURE A QUEI PENSIERI CHE MI PASSANO PER LA TESTA VELOCI COME UNA PALLOTTOLA: SE NON LI FERMASSI, LI PERDEREI.

martedì 4 ottobre 2011

Il coraggio nel taccuino

(c) 2011 weast productions

C'è un articolo che vale la pena di essere letto. Dedicato a quei giornalisti (e ancora sono soltanto una scelta) che lavorano sfidando la censura, ogni tipo di pressione e manipolazione, ma soprattutto le minacce di morte, la morte stessa. Lo trovate QUI.

2 commenti:

  1. Grazie per la segnalazione dell'articolo. L'avevo messo da parte aspettando di avere 5minuti per leggerlo.
    Ho provato un senso di "sicurezza" leggendo l'articolo. Ogni giorno siamo bombardati di informazioni di ogni tipo, intercettazioni, scandali montati ad arte, notizie filtrate o non passate del tutto. Fa piacere sapere che c'è ancora chi ha il coraggio di mostrare la realtà per quella che è, rischiando in prima persona le eventuali ripercussioni per aver deciso di portare avanti con coerenza il loro lavoro.
    E mi fa anche piacere sapere che sono ancora i giornalisti a... fare i giornalisti. Alla faccia di vari personaggi che hanno la presunzione di poter trattare temi d'attualità davanti a milioni di telespettatori.
    Complimenti a loro.

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  2. Giornalista è di per sé un vocabolo ridicolo, nel suono e nell'assenza di altro aldilà del suono, della fonetica. Reporter è molto meglio. Significa uno che racconta, che rende conto. E' un po' come uno che legge i contatori dell'elettricità. Leggi e scrivi. Poi ti arriva la bolletta. Mi piacerebbe che cio' che produciamo, da reporter, fosse una sorta di bolletta. Un conto da pagare.

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